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Prelevamenti dei minorenni e uso della forza pubblica: Terragni chiede incontro a Roccella, Nordio e Piantedosi

June 27, 2025
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Prelevamenti forzati dei minori: l'Autorità garante chiede un incontro con i ministri per chiarire l'uso della forza pubblica

L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Marina Terragni, ha richiesto un incontro con la ministra per la famiglia Eugenia Roccella, il ministro della giustizia Carlo Nordio e il ministro dell’interno Matteo Piantedosi per affrontare la questione degli prelevamenti forzati dei minori e l’uso della forza pubblica per l’esecuzione di tali provvedimenti. La richiesta, avanzata il 27 giugno 2025, mira a chiarire il quadro normativo e a garantire che tali interventi siano sempre condotti nel rispetto dei diritti del minore, in particolare in casi di emergenza sanitaria o di rischio per la sua sicurezza.

Il quadro giuridico e la necessita dell’ascolto del minore

Nella lettera inviata ai ministri, Terragni ha sottolineato che il provvedimento forzoso può essere adottato solo a tutela dell’incolumità del minore e in presenza di rischi certi e imminenti per la sua vita. Ha richiamato la sentenza della Corte di Cassazione n. 9691 del 2022, che ha definito non conforme allo stato di diritto l’uso della forza per il prelevamento del minore. Secondo la pronuncia, tale misura è legittima solo se accompagnata dall’ascolto del minorenne, un principio che Terragni ha ribadito come imprescindibile.

  • Punto chiave 1: La forza pubblica può essere utilizzata solo in casi di emergenza sanitaria o di rischio imminente per il minore.
  • Punto chiave 2: La Corte di Cassazione ha condannato l’uso della forza in assenza di un ascolto del minore, definendolo un’azione non conforme al diritto.
  • Punto chiave 3: L’Autorità garante ha sottolineato che il provvedimento deve sempre rispettare i diritti del minore, incluso il diritto di essere ascoltato.

"L’uso della forza pubblica per il prelevamento dei minori è legittimo solo se accompagnato da un’azione mirata a tutelare la loro incolumità e se previa l’ascolto del minore." -- Marina Terragni

La questione urgente: il caso della bambina di Monteverde

L’Autorità garante ha dato particolare importanza alla questione alla luce di alcuni casi recenti di cronaca, tra cui il caso della bambina di Monteverde, Roma. La minore, affetta da una rara sindrome genetica multisistemica (la malattia di Fabry) e da anemia mediterranea, è stata collocata in una casa famiglia con l’intervento della forza pubblica. Il Tribunale ha disposto il provvedimento, nonostante la minore opponesse una forte resistenza.

  • Punto chiave 1: La decisione del Tribunale ha richiesto l’uso della forza pubblica per il trasferimento della minore in una struttura protetta.
  • Punto chiave 2: La bambina, pur essendo in condizioni di salute complesse, ha espresso una resistenza disperata al prelevamento.
  • Punto chiave 3: Il caso ha suscitato preoccupazione per la delicatezza del contesto e la necessità di un approccio equilibrato tra sicurezza e diritti del minore.

Contesto e implicazioni

La richiesta di Terragni si colloca in un contesto di crescente dibattito su come gestire i casi di minorenni in situazioni di emergenza. L’Autorità garante ha sottolineato che l’uso della forza pubblica deve sempre essere accompagnato da un’azione di supporto psicologico e sanitario, nonché da un’analisi rigorosa dei rischi condivisa tra le istituzioni.

Inoltre, il caso della bambina di Monteverde ha messo in luce le sfide legate al collocamento in strutture extrafamiliari per minori in situazioni di fragilità. L’Autorità garante ha ribadito che tali provvedimenti devono essere sempre valutati con attenzione alle esigenze specifiche del minore, inclusi i suoi bisogni sanitari e emotivi.

Conclusione

La richiesta di Marina Terragni di un incontro con i ministri rappresenta un passo importante per chiarire le linee guida sull’uso della forza pubblica nel prelevamento dei minori. L’Autorità garante ha ribadito che ogni intervento deve rispettare i diritti del minore, soprattutto in casi di emergenza, e che l’ascolto del minore è un elemento imprescindibile per garantire un approccio giusto e umano. Il caso della bambina di Monteverde ha reso evidente l’urgenza di un dialogo tra le istituzioni per trovare soluzioni equilibrate e rispettose della fragilità dei più piccoli.

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