Manovra Finanziaria 2025: Tensioni tra Governo e Banche per il Contributo Straordinario
Il governo italiano e il settore bancario si trovano in una fase di rinnovata tensione a seguito dell'introduzione di un contributo straordinario nel contesto della manovra finanziaria del 2025. La misura ha suscitato malcontento tra gli istituti di credito, che temono ripercussioni negative sugli investimenti e sulla loro capacità di generare valore per gli azionisti.
Reazioni del Settore Bancario
Le banche esprimono preoccupazione per l'impatto del contributo straordinario, percepito come un ulteriore onere che potrebbe disincentivare gli investimenti in Italia. Un esperto banchiere ha dichiarato a La Stampa che questo "ennesimo sforzo richiesto alle banche è incomprensibile", sottolineando come, in un contesto di incertezza economica, tali misure possano spingere gli investitori a cercare opportunità all'estero.
«È inutile ricorrere al Golden power rivendicando la difesa dell’italianità delle banche e dei risparmi, se poi si fa di tutto per allontanare gli investitori dal nostro Paese».
Il timore principale è che le banche con capitale a maggioranza internazionale possano essere attratte da sistemi fiscali più favorevoli, vanificando gli sforzi del governo di mantenere i capitali nel paese.
Precedenti e Strategie del Governo
Questa non è la prima volta che il governo interviene sul settore bancario. Nel 2023, era stata introdotta una tassa sugli extraprofitti, rivelatasi poi inefficace. Successivamente, nel 2024, si è assistito allo slittamento delle DTA (Deferred Tax Assets). Per il 2025, la strategia sembra essere quella di una "exit tax" su base volontaria, che potrebbe inasprire ulteriormente i rapporti tra le banche e i loro azionisti.
- Tassa sugli extraprofitti (2023): Imposta del 40% sugli extraprofitti o accantonamento delle somme a patrimonio.
- Slittamento delle DTA (2024): Trasformazione delle imposte differite in crediti d'imposta.
- Exit Tax Volontaria (2025): Possibilità di sbloccare riserve non distribuibili con tassazione crescente dal 27,5% (2026) al 40% (2029).
Negoziati e Compromessi
Nonostante le resistenze iniziali, le banche sembrano aver ceduto alle richieste del governo per il terzo anno consecutivo. Tuttavia, serpeggia un senso di amarezza e alcuni ambienti avrebbero auspicato un atteggiamento più deciso da parte dell'ABI (Associazione Bancaria Italiana). Il presidente dell'ABI, Antonio Patuelli, ha preferito mantenere un approccio diplomatico, cercando di negoziare le migliori condizioni possibili.
Misure Aggiuntive nella Manovra
Oltre al contributo straordinario, la manovra prevede altre misure che impattano sul settore bancario e assicurativo:
- Aumento dell'IRAP: Previsto un aumento dell'IRAP dal 4,65% al 6,65% per le banche e dal 5,90% al 7,90% per le assicurazioni, con un gettito stimato di circa 900 milioni di euro.
- Svalutazione Perdite sui Crediti: La svalutazione passerebbe da uno a cinque anni per le "sofferenze stage 1 e stage 2".
- Deducibilità Interessi Passivi: Riduzione della deducibilità degli interessi passivi dal 100% al 96%.
Conclusione
La manovra finanziaria del 2025 pone nuove sfide per il settore bancario italiano. Le tensioni tra governo e istituti di credito evidenziano la necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze di bilancio pubblico e la competitività del sistema finanziario. Resta da vedere se le misure adottate favoriranno la stabilità economica o, al contrario, incentiveranno la fuga di capitali e investimenti verso l'estero. L'ABI continuerà a negoziare per mitigare l'impatto delle nuove disposizioni e preservare la solidità del settore.