Ong denunciano "carestia di massa" a Gaza: migliaia di civili e operatori in pericolo
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Oltre 100 organizzazioni umanitarie, tra cui Medici Senza Frontiere, Save the Children e Oxfam, hanno denunciato un "crollo della situazione alimentare" nella Striscia di Gaza, con migliaia di civili e operatori che affrontano gravi condizioni di deprivazione. La crisi, attribuita all'assedio israeliano e alla mancanza di accesso ai soccorsi, ha visto la morte di oltre 1.000 palestinesi che cercavano di ottenere aiuti alimentari. Le ong chiedono un cessate il fuoco immediato, l'apertura dei valichi e la gestione degli aiuti da parte delle Nazioni Unite.
La Denuncia delle Ong
Le 111 organizzazioni, tra cui enti internazionali e locali, hanno riferito che "i nostri colleghi e coloro che assistiamo stanno morendo" a causa della carenza di cibo e dei rischi legati all'assedio. La dichiarazione sottolinea che gli operatori umanitari, come i medici e i volontari, si trovano in condizioni analoghe alla popolazione, con accesso al cibo garantito solo a chi riesce a superare le barriere militari.
"Mentre l'assedio del governo israeliano affama la popolazione di Gaza, gli operatori umanitari si uniscono alle stesse file per il cibo, rischiando di essere colpiti solo per sfamare le loro famiglie", ha affermato la coalizione.
Le ong hanno chiesto un cessate il fuoco "immediato e negoziato", l'apertura di tutti i valichi di frontiera e il libero flusso di aiuti attraverso i meccanismi guidati dalle Nazioni Unite.
La Controversia sull'Accesso all'Aiuto
Le Nazioni Unite hanno riferito che, dal momento in cui la Fondazione Umanitaria per Gaza (sostenuta da Stati Uniti e Israele) ha iniziato le operazioni a fine maggio, le forze israeliane hanno ucciso più di 1.000 palestinesi che cercavano di accedere ai soccorsi. Secondo il rapporto, questa organizzazione ha ridotto il ruolo delle istituzioni internazionali, creando un conflitto tra due sistemi di distribuzione degli aiuti.
L'Israel Defense Forces (IDF) ha contestato questa descrizione, affermando che "l'accesso ai soccorsi è garantito in base alle norme internazionali" e che le accuse di "espropriazione di cibo" da parte di Hamas sono "inaccurate". La difesa israeliana ha aggiunto che le operazioni militari mirano a proteggere la popolazione civile da attacchi da parte di gruppi armati.
La Critica Internazionale
L'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha espresso preoccupazione per la situazione umanitaria, richiamando l'importanza di un accesso neutrale e sicuro ai soccorsi. "La crisi alimentare a Gaza non può essere risolta senza un dialogo tra tutte le parti coinvolte", ha dichiarato un portavoce dell'OSCE.
Intanto, l'Unione Europea ha annunciato un aumento delle donazioni per il sostegno alla popolazione civile, ma ha sottolineato la necessità di un accordo per garantire l'efficacia dei trasferimenti.
La Strada verso una Soluzione
La denuncia delle ong ha riacceso il dibattito internazionale su come gestire la crisi umanitaria. Mentre il governo israeliano continua a sostenere la sua politica di sicurezza, le organizzazioni chiedono un impegno concreto per salvaguardare vite umane. La comunità internazionale, però, si trova divisa tra chi auspica un cessate il fuoco immediato e chi preferisce un approccio graduale per risolvere la situazione.
La strada verso una soluzione appare lunga, ma l'urgenza della crisi alimentare e della sofferenza umana sembra richiedere un intervento rapido e coordinato.